Unmuni è la comprensione del Pran

 

17 Febbraio 198O

Shri Sarveshwari Samooh, Paraw, Varanasi (Uttar Pradesh)

Darshi! L’altra sera ho incontrato di nuovo quel senza casa del sadhak Sambhav. In quel momento i raggi del sole che stava tramontando abbellivano ulteriormente il piacevole viso di quel complesso asceta rivolto verso occidente. Quello stesso sole, rispetto a lui, sembrava avesse dimenticato la propria forma. Sentii quel giovane asceta strepitare con voce seria. Io gli risposi con aria sorridente: “Giovane asceta, sei arrivato tardi”. Egli replicò: “Dada, fin da stamattina molta gente poco sincera si è radunata intorno a me e supplicando con le mani giunte mi narravano le loro molteplici sventure. Per rimuovere le loro pene e farli felici raccontavo loro delle cose semplici e gli parlavo anche severamente. Nonostante il mio dire comprendevo, da ciò che trapelava dai loro discorsi, che essi si rifiutavano di accettare ciò che io andavo loro dicendo, anzi mi sembrava che fossero felici di custodire quelle miserie. Poiché forse erano riluttanti a eliminare queste miserie, non saranno scusati se andranno da Santi e Saggi per supplicarli e pregarli; anche questo è un proposito per ottenere l’attenzione dei Santi e delle grandi anime.”

Sambhav, l’indurito asceta diceva le stesse cose per essere in ritardo. Anch’io incontrando questi cosiddetti arroganti discepoli, gente e seguaci, ho fatto questa esperienza. Essi sono ipocriti e si comportano fingendo come se al di fuori di loro non ci fossero altri sadhak e devoti. Ecco perché non sono sorpreso da ciò che il giovane sadhak ha detto. Oh Baba Darshi! Tutti sanno che la falsità è immondizia che è abbandonata.

Darshi, Il sadhak Sambhav chiese: “Dada, quale è quella cosa che ci manca e con la quale possiamo abbellire, nobilitando con il suo ornamento, l’energia della vita nella nostra esistenza?”. Io risposi ridendo: “Ove non  c’è cuore non esiste nemmeno la fine delle privazioni. Solo la fine delle privazioni è l’aspetto totale del cuore, proprio come il termine del giorno che non sarà mai il giorno stesso e la fine della notte che non sarà mai la notte stessa. L’assenza del giorno è chiamata notte e l’assenza della notte è chiamato giorno.

Darshi! Il giovane asceta, l’asceta indurito, il sadhak Sambhav, in accordo alle condizioni e al tempo, sono i nomi della stessa forma.

Darshi! La città di Kalkut, il dio di Parvati, è connessa e protetta dagli Aughar-Kapalika, da Aghoreshwar e dal dio Ganesh. Essa è di buon auspicio, dolce, calma, affabile e bella. I frutti, i fiori e le foglie di quel posto vivono reciprocamente in modo armonioso, i loro colori, gusti, forme, pesi e misure sono incomparabili.

Darshi! Considera quel luogo ove si presenta la medesima situazione come la stessa Kalkut, cinta da grandi confini, dove dimora ed è conosciuto Aghoreshwar Mahakapaleshwar.

Ah Darshi! E’ sorprendente com’era celestiale la figura del sadhak Sambhav vista quando i raggi del sole che provengono dall’ovest si proiettavano sul suo viso. Oh, tutto questo mondo è gradualmente trascinato verso la pira funebre. A causa della mancata conoscenza del Pran, i molti che sono venuti prima sono avanzati verso la pira e sono stati bruciati. Tu lo stai vedendo. Venera il Pran. A causa del profondo attaccamento alla nostra vita (il Pran), protesteremmo e ci difenderemmo prontamente se qualcuno, dopo avere raccolto qualche pietra, ci inseguisse minacciosamente e ci insultasse. Se nel corpo non ci fosse la vita, non esisterebbe allora alcuna reazione alle offese o alla minaccia di essere colpiti con i sassi o al fatto di essere ignorati.

Darshi! Devi sapere una cosa, dopo che ci si è liberati dall’attenzione dell’essere presenti a sé stessi (consapevolezza) e dallo stato del sonno o incoscienza, là si manifesta il Pran che, essendosi stabilizzato in noi attraverso l’esercizio della sua conservazione, emergerà dentro il nostro corpo come una nuova scoperta, la quale è una dimensione vera e reale. In quello stato mentale non saranno avvertiti alcun imbarazzo, agitazione e pena che un qualsiasi attacco o provocazione normalmente potrebbe insinuare. Questo stato é chiamato “Unmuni”.

Quando il sadhak sente che non è né addormentato né consapevole, né cosciente o ignaro, né che possegga o che rinunci, in quello stato la conoscenza di ciò che esiste o non esiste è riflessa nel sadhak. Egli in quel momento, compenetrato e in sintonia con il Pran, diventa felicissimo. Nelle scritture questo stato é chiamato “Unmuni”.

Darshi! Dovresti sapere che l’assenza della virtù é chiamata peccato e che l’assenza del peccato é chiamata virtù; dove c’é la mancanza di entrambi, quella condizione è chiamata “mente senza opposizione”. In tale mente ci sono anche lo splendore e la prosperità della mente completa. Questa è definita anche la percezione del potere della vita. Darshi! Conoscila! La conoscerai.