Percorso

 

Il silenzio ci protegge


Secondo il calendario indiano stiamo entrando nell’anno nuovo. In questa occasione a voi tutti io offro il mio amore, il mio affetto ed il mio rispetto. Possa la Madre divina proteggere tutti gli abitanti della terra, darci forza e buona salute. Questa festività di cui stiamo praticando l’osservanza, è estremamente amorevole, gentile, soave ed è al di là  della comprensione della mente.

Questa osservanza ci insegna ad unire insieme i palmi delle mani, ci insegna ad essere gentili e rispettosi gli uni verso gli altri. Essa ci insegna a stare seduti ed a rimanere in silenzio. L’osservanza dello stare in silenzio, mentre rimaniamo seduti insieme, ci arricchisce di consistenza e profondità che nelle nostre vite sono importanti. Questa occasione ci sollecita a tenere lontano l’irrequietezza dalla nostra vita.

Amici, la cosa che viene chiamata venerazione, conosciuta tramite vari nomi e procedimenti, trova la sua attuazione solo dopo aver rinunciato alla furbizia che abbiamo. L’eccessiva furbizia rende una persona assai debole e miserabile; essa dischiude la porta dell’ignoranza. L’eccessiva furbizia ci costringe a soccombere al male e noi seguitiamo a soffrire. Il furbo crede che nessuno riesca a rendersi conto che lui sia così, e si rallegra per ciò che fa. In fin dei conti però l’esito non è mai buono. La storia ne è testimone.

La nostra venerazione, meditazione, contemplazione ed il nostro silenzio invece ci salvaguardano da miserie ed ostacoli. Il nostro silenzio non ci sollecita ad avvicinarci alla malvagità. E’ per questa ragione che gli esseri realizzati danno molta importanza alla contemplazione sul “Grande Ignoto” o ogni nome santo, loro danno importanza alla ripetizione del Mantra concesso dal Guru. Stando in compagnia del nostro Mantra, noi siamo in grado di far nostre tutte quelle cose che hanno della consistenza. E’ inestimabile una cosa del genere, nulla può reggere il confronto con una cosa simile.

Le menti moderne possono addirittura definire ciò come una cosa artefatta od una simulazione, ma non è così. E’ il nostro giudizio erroneo che ci porta fuori strada. Il nostro giudizio erroneo si propaga come del veleno e ciò che produce è un comportamento negativo. E su di noi esso fa convergere delle frecciate. Le frecciate altro non sono che il nostro giudizio erroneo, i nostri misfatti e la cattiva gestione della nostra vita. Lontani da queste cose, questi nove giorni  di privazioni ci conducono più vicini a noi stessi. Amici! Ci siamo allontanati da noi stessi migliaia di chilometri. E’ come se non esistessimo. Chissà cosa siamo diventati e che cosa saremo. Dobbiamo sul serio essere così? Perché ci avviamo verso un comportamento spregevole? Questa osservanza di privazioni ci salvaguarda da tutto questo.

Amici! Noi viviamo in una terra propizia, ovunque volgiamo lo sguardo troviamo santità. Buone anime sono nate su questa terra e noi siamo sufficientemente fortunati per essere venuti in loro contatto. La nostra terra è ricolma di racconti e storie di santi e saggi capaci di generare ispirazione. I nostri anziani, raccontando queste storie, fanno nascere in noi virtù e carattere. Loro ci incoraggiano all’unione e ci salvaguardano dall’odio reciproco. Essi ci ispirano perché si possa diventare come la mitica pietra filosofale (Paras) la quale non fa distinzione tra il  metallo della casa di un macellaio ed il metallo di un tempio. Quando entrambi sono toccati dalla pietra filosofale si trasformano in oro.

Ugualmente, non importa in quale condizione di vita voi siate, in voi avverrà certamente un cambiamento. Voi sperimenterete quel cambiamento dentro di voi. Le persone che con voi verranno in contatto saranno toccate dalla vostra gentilezza ed educazione. Il vostro essere porterà a pensare quanto gentili voi siete. Il vostro capo rimane sempre chinato (in segno di rispetto), la malignità non compare mai e voi non siete aggressivi o loquaci. Una persona aggressiva si avvelena con la loquacità, dentro lei compare la debolezza e da questa è costretta ad attuare cose indesiderabili.

Questo momento dell’anno in cui ci troviamo per attuare la rinuncia a certe cose che abitualmente facciamo e contempliamo quel Grande Ignoto, ci salvaguarda da queste debolezze. In una occasione del genere, la nostra contemplazione, il silenzio e dolci parole espresse sia per il bene del sé ed ugualmente per quello degli altri, ci fanno ascendere al livello degli Dei e degli esseri elevati. Queste caratteristiche non passano mai inosservate. Nessuno si sente incoraggiato a danneggiare una persona del genere. Trovandoci in presenza di un simile essere, noi ci salvaguardiamo dalla malevolenza ed otteniamo tutte queste virtù.

Nel momento in cui dentro di noi gelosia, odio e l’inimicizia, sono annullate, le frecce scagliate dalla malevolenza non ci toccano. Queste frecce sono puntate solo verso coloro che sono occupati nel provare che sono molto furbi e che sono impegnati nell’approfittarsi degli altri con l’imbroglio. Quindi in questa occasione, tutto quello che noi dobbiamo imparare è: “Non so niente, e questo è tutto quello che so. Io mi affido alla protezione di quel Grande Sconosciuto. Quale che sia la cosa per la quale sono ispirato in quella condizione, la porterò a termine e ciò è abbastanza per me. Non c’è a questo proposito alcun ripensamento.”

L’insegnamento di praticare in silenzio che abbiamo ricevuto dai nostri Guru, ci salvaguarda da tanti contrasti e battibecchi. Seduti in silenzio e nella tranquillità, noi guardiamo fisso quella coscienza, quella vastità, e consideriamo che questa intera creazione sia un gioco di quello “Sconfinato”. Il vuoto tra cielo e terra è un grembo e noi in questa vastità occupiamo un piccolo lembo. Questa intera creazione è un raggruppamento di alberi di coscienze e di aspetto diverso, in uno stesso giardino si trovano diversi tipi di piante. Attraverso la nostra identificazione siamo in grado di ottenere tanto quanto ci piace; in questo giardino noi siamo in grado di raccogliere miele a volontà.

Oggi, io non sono in grado di parlare con voi più di tanto. Mi inchino a ciò che è proficuo, la divinità insediata dentro  voi, di cui nella vita di ognuno c’è bisogno, e mi congedo da voi.