Il dialogo interiore col Divino

 

Noi ogni settimana cerchiamo di alimentare la sete della nostra conoscenza di modo che così essa resti accesa. Se questo fuoco si spegne cessano di esistere anche molti importanti aspetti dell’esistenza umana e così, la dissolta umanità degli esseri umani, lì trasforma in qualcos’altro. Queste propensioni prendono una piega tale che un individuo non può neppure esser classificato come bestia poiché molte delle sue azioni diventano violente. Anche se si trattiene in un posto, costui non si stabilisce lì, il suo essere interiore corre senza posa a destra e a manca. Questo individuo diventa come uno spettro: benché veda ogni cosa, non riesce a disfarsi dei propri desideri.

La sete di conoscenza, resasi evidente nell’esistenza umana, cessa quando resta legata a troppi nodi. Questi nodi rendono molto debole l’essere umano e lo stesso si rende incapace di prendere qualsiasi iniziativa. Un individuo del genere non è in grado di prendere delle decisioni. Guidato dai propri effimeri desideri personali, comincia con questa mentalità a rovinare la società e la sua mente rimane sempre distratta e assente. A causa di questo avvelenamento della mente, questa persona resta privata di quell’unica cosa che è impagabile : la pace, quella pace suprema. Allora per lui ogni cosa buona sembra essere velenosa e viene affascinato da cose negative. Questo individuo diventa molto scrupoloso per ascoltare e vedere cose negative. Col suo falso imprudente parlare e sputando veleno, avvelena la propria vita incontaminata ed anche quella degli altri.

Così come una freccia che una volta scagliata dall’arco non può più tornare indietro, qualsiasi cosa finiamo per dire non può essere distrutta anche facendo milioni di tentativi. Non è possibile correggere una cosa del genere. Quindi, prima di dire qualsiasi cosa, noi dobbiamo stare attenti per capire quale effetto, buono o cattivo, essa potrà avere.

Saremmo molto premurosi nei nostri confronti se mettessimo al riparo la nostra vita dall’avvelenamento altrimenti, agendo diversamente, una persona tradisce se stessa e mai più riesce a perdonarsi un’altra volta. Dio ed il Guru lo possono perdonare, lui però di perdonarsi non è capace.

Un santo non è come un insegnante ordinario. Un santo vi parlerà di cose che può darsi avvengano nella vostra vita ordinaria ma un insegnante può dire persino cose che voi non potrete mai attuare, mai vedere in pratica e mai essere introdotte nella società, che mai potranno far parte del vostro comportamento. Voi potete imparare un sacco di cose dalla gente perbene, dai santi, dalle grandi anime persino stando seduti tranquillamente con loro. Dal loro carattere e dal loro comportamento, potete, persino se a voi non dicono niente, attingere delle ispirazioni e rendere meritevole la vostra vita. Chi non è capace di fare questo, è incapace di plasmare il proprio comportamento sulla base del modello che il proprio Guru rappresenta o della divina ispirazione, e si rammarica per questa sua incapacità. Un simile soggetto si disorienta nella vita. Le canaglie che si trovano al suo interno lo depredano.

Riusciamo attualmente a proteggere noi stessi da noi stessi? La questione qui  posta è strana ma cruciale. Abbiamo delle buone famiglie, cibo e le restanti comodità materiali che la gente desidera eppure non siamo soddisfatti, non siamo sereni. Il nostro io ci costringe a credere che tutte queste comodità e l’apparente felicità siano la conseguenza delle nostre fatiche; se così fosse molta gente allora è arrivata alla fine della propria vita lavorando molto duro ma non è riuscita ad avere nulla. D’altro canto c’è molta gente, che senza lavorare sodo, sta assaporando ogni comodità materiale.

Eppure queste cose che si stanno godendo non sono veramente buone, sono infatti intrappolamenti fisici che non riusciamo nemmeno a goderci mentre trascorriamo i limitati momenti della nostra vita. La nostra vita sta scorrendo via molto rapidamente, non torna indietro per noi. Ogni cosa sta cambiando e sta cambiando di giorno in giorno. Il nostro corpo, abbigliamento, stile di vita, tutto sta cambiando; ciò che è stato non torna più. Stando così le cose, se non stiamo attenti a noi stessi seguitiamo a tradirci, poi non saremo mai più capaci di perdonarci. Ci rammaricheremo parecchio.

Quindi, con raccoglimento, noi dovremmo cercare di calmare la nostra mente attraverso la meditazione. Senza permettere al nostro essere interiore di distrarsi e meditando seriamente, molti nodi a cui la nostra vita è legata cominciano a sciogliersi. Attraverseremo la nostra esistenza senza essere toccati dall’insopportabile pena della morte e della malattia che solitamente noi proviamo. Rimarremo imperturbati dal buono e dal cattivo che intorno vediamo. Se al contrario seguitiamo a fare cose insignificanti, da queste non trarremo alcun vantaggio. La ricchezza che possediamo, la ricchezza della vita, persino quella verrebbe a mancare. Venuta meno questa ricchezza, i nostri sensi o tutto quello che noi definiamo nostro, si rivolterà contro di noi. Essi diventeranno i nostri peggiori nemici e ci perseguiteranno come spettri. Ci trafiggeranno con le frecce delle loro parole. Invece di dire cose gradevoli, sarà come se le loro parole disgustose ci stiano tagliando a pezzi come coltelli e sciabole. Farà molto male una cosa del genere e la persona rimarrà frustrata. In quella frustrazione egli così rilascia anche le frecce delle sue parole e l’effetto è esplosivo. La situazione finisce con l’assomigliarsi a quella dell’accensione di un cerino che avviene attraverso lo sfregamento sulla carta abrasiva della scatola che lo contiene. Tutti noi indosso portiamo i nostri cerini. Se inutilmente continuiamo a urtarli il cumulo di molte necessità e desideri, stesi come del fieno, si accenderanno e bruceranno qualsiasi pensiero, azione e comportamento positivo che noi abbiamo, ed avveleneranno la nostra vita. Se da ciò possiamo salvaguardarci, facciamolo.

Quindi proviamo a meditare. Sgombrate la mente per un istante, alleggerite il vostro cuore, rilassate il vostro corpo, fissate la vostra attenzione tra le sopracciglia e sospendete il respiro in qualsiasi sua fase per un breve istante. Praticate il Pranav  prima e dopo questo esercizio. Il Baba fece meditare in questo modo la gente che era radunata lì per tre minuti e poi spiegò il mistero del respiro. Disse che avere costantemente il respiro troppo esteso non va bene. Il vostro respiro dovrebbe essere controllato. Il respiro che misura dieci centimetri calma la vostra mente. Il respiro che misura venti centimetri è di solito più evidente in quelle persone che sono assalite dai desideri carnali. In coloro a cui resta poco da vivere, il respiro arriva a trenta centimetri di emissione, ed il loro è un respiro affrettato, ansimante.  In costoro cominciano ad intravedersi i segni di chi sta per abbandonare questa terra.

Se voi siete costantemente consapevoli dell’estensione del vostro respiro e quanto esteso esso dovrebbe essere, voi allora sarete costantemente coscienti di voi stessi. Tenendo sempre conto del respiro, se volete accertarvi del successo o del fallimento di una cosa che state per intraprendere, se nella vostra respirazione rilevate che a prevalere sia la narice destra, potete esser certi del successo dell’azione che state per intraprendere. Se le cose non stanno così e verificate che il flusso respiratorio della narice destra è inferiore ed a prevalere nell’espiro è il flusso della narice sinistra, ciò segnala che tutte le vostre fatiche saranno vanificate e l’iniziativa da voi intrapresa non andrà a buon fine.

Queste sono piccole cose che voi dovreste imparare. Appartatevi, e dopo esservi seduti disimpegnate la vostra mente, osservate la vostra respirazione. Durante la venerazione o la recitazione del Mantra, il respiro esala come delle figure fumose. Dovreste osservare quelle figure per vedere se quella è l’immagine sulla quale state meditando, se è vostra oppure no, o se è qualche cosa che si pensa debba accadere poi. Voi saprete esattamente che cosa il vostro respiro sta cercando di dirvi.

Questa è una cosa che richiede solo pratica, con la pratica diventa molto semplice. Può esser un po’ difficile se di questa cosa non avete mai fatto l’esperienza. Se però siete veramente curiosi e praticate questo esercizio, non è affatto difficile. Chi si cimenta in questa esperienza capisce tutto e con la pratica, conosce ogni cosa. Uno così sarà anche capace di avere molto meglio il controllo sui propri sensi.

La via del divino attraversa le case di coloro che rimangono taciturni e meditano dentro se stessi. Se vi recate da un santo, a voi lui non dirà niente. Voi però potete soppesarlo attraverso il suo comportamento e le sue attività. Solamente se osservate attentamente le sue espressioni, l’atteggiamento, che cosa è intento a fare ed in quale momento, com’è in certi momenti, e vi confrontate su questa base, voi allora siete in grado di comprenderlo. Se però il nostro riferimento di valutazione non è il santo ma qualche persona dal carattere discutibile, noi allora non siamo in grado di comprenderlo.

Di solito siamo molto indaffarati per mantenere noi stessi nel buio e nel mettere sotto accusa gli altri. Se potete salvaguardarvi da queste cose, la vostra vita si rivelerà molto fruttuosa. Questa sarà una cosa benefica in questa vita e pure nell’al di là.

In un certo senso eravamo meglio quando eravamo ignoranti, non ingannavamo nessuno e neppure venivamo  da qualcuno ingannati. Abbiamo cominciato a nascondere le nostre magagne dal momento in cui siamo diventati saggi. Quando così non riuscivamo a renderci conto delle nostre manchevolezze, noi vivevamo allegramente. Andavamo raminghi in un nudo abbandono. Quei tempi non ritornano più. Se ne sono andati. Attualmente sono le bestie che vanno raminghe. Vestiti a festa con addosso ogni genere di abito piacevole, noi siamo peggio degli animali, perché gli animali almeno sono fedeli alla regolarità ed alla cadenza delle cose determinate dalla natura. Invece di generare bambini di valore noi riproduciamo soltanto. Coloro che così nascono ci rendono tristi, e non appena sono in grado di farlo, scappano via. Quantunque nudi, gli animali sono padroni di sé stessi. Pur avendo gli esseri umani ricoperto ogni cosa, di sé stessi non sono ancora padroni. Ecco perché non riusciamo a perdonarci per ciò che finiamo per fare.

Soltanto coloro che sono saggi e che capiscono, hanno voglia di sapere, hanno sete di conoscenza. Costoro meditando Dio, diventano proprio come Dio. E poi ci sono quegli esseri umani che vivono come esseri a quattro zampe. Persino tra gli animali, come un santo, la tigre vive liberamente nella jungla ed è rispettata per questo. Vi sono altri animali che restano incatenati in una stalla e soffrono. Per alleviare tali miserie della vita, voi dovreste andare dai santi, dalle grandi anime, in veri templi, e da lì attingere ispirazione. Cercate di evitare una vita di insulti e frustrazione.

Mi auguro che voi comprendiate queste cose, perché tutti voi siete molto saggi. E poi, è anche possibile che voi non comprendiate. Con queste parole io mi inchino alla Dea che si trova dentro voi e mi congedo da voi.