Percorso
Corpo, mente e sensi
Tutti i santi, in molti modi e con molti esempi e similitudini, hanno descritto e raffigurato la temporaneità del corpo. Ananda nel suo poema ha spiegato che il fuoco del desiderio, che sta bruciando nel nostro corpo, può essere evitato soltanto attraverso un metodo: la massima devozione possibile per Dio e col completo mantenimento della sfiducia per questo corpo distruttibile. San Keshoram e Anand, hanno, attraverso molti paragoni e cose del genere, studiato con cura la distruttibilità del corpo e l’illusione del mondo.
Ramsvarup Das ha sostenuto che questa intera creazione è come la manifestazione della mente e di maya. Arjuna, nella Bhagavat Gita ha detto che la mente è molto instabile ed estremamente difficile da contenere. Krishna, che lo sosteneva, disse che la mente sarebbe certamente stata dominata con immensa difficoltà e che è molto mutevole ma attraverso pratica e distacco si può su di essa avere la meglio. Kina Ram ji ha affermato che il suo Guru ripeteva che la mente irrequieta domina ognuno. L’intero mondo è diventato il burattino della mente, la mente è anche ciò che da luogo alla schiavitù ed alla liberazione dell’uomo. Karta Ramji dice che chiunque sia completamente assorbito negli smodati desideri della mente e degli organi sensoriali è in manette e chi da ciò è libero, è libero da condizione di assoggettamento. Egli, nel medesimo contesto, dice che il rifugio di tutti i mali è la mente. La lussuria come macellaio, l’ira come il becchino del campo crematorio, l’attaccamento come il ciabattino, il desiderio come il negoziante di olio, l’imprudenza come il negoziante di vini ed il dubbio come il lavandaio, sono tutti compagni della mente. Persino l’ambizione come spazzino è pure con loro e, invocando nelle anime la dualità di Brahman, le coinvolge negli smodati desideri mondani. Speranza, ansietà e dubbio sono tutte belve che escono fuori dalla mente e che distruggono l’uomo. Quindi la salvezza dell’uomo non è possibile a meno che egli non abbia la meglio sui mali della mente. In una situazione così difficile, il nostro dovere, mediante l’impiego dell’armata composta dalla moralità, dalla soddisfazione, dalla misericordia, dal perdono e dalla saggezza, dovrebbe essere quello di attaccare e conquistare i malvagi soldati avversari della mente: la bramosia, l’ira, l’avidità, la lussuria, gli attaccamenti, l’orgoglio e la gelosia. Anand con domande e risposte ha ulteriormente chiarito questo soggetto: Chi è povero? Colui che è ricolmo di desideri. Chi è ricco? Colui che sa accontentarsi. Chi è cieco? Colui che brama per la lussuria. Lo sterco che cos’è? Crimine e calunnia. L’avversario chi è? I nostri stessi sensi.
Per conseguire l’immortalità bisogna tenere sottocontrollo i sensi, dominarli come un sovrano degli stessi. Cosi facendo un uomo può anche rimanere sempre giovane. Riguardo ciò, Kina Ram ji ha detto che controllando la mente anche il corpo rimane sottocontrollo.