Percorso
Aghor, Aghori e Aughar
Shri Aghoreshwar Bhagwan Ramji
“O tu che vesti la gloria di Rudra
Da parte degli Aghori frugiferenti
Risplendenti del fulgore degli astri
Da parte di tutte le dee
Il tutto sia a te
Il sommo tra i frutti.
Questa suprema essenza
Possiamo noi conoscere
In questo immenso splendore
Possiamo noi immergerci
Tanto a noi Rudra conceda.”
Aghor (a + ghor), termine solitamente reso come assenza di paura, timore, difficoltà, è una stato interiore dell’essere che può essere acquisito attraverso la disciplina spirituale conosciuta come Aghor sadhana. Chi viene istruito in questa pratica è noto come Aghor, Aghori o Aughar. Aughar (au + ghar) significa “L’Altra Dimora”. L’apice dello stato Aghor è Aghoreshwar, Signore di Aghor, titolo di Shiva in alcune scritture. L’Aghora Mantra è già presente nei Veda.
Baba Rajeshwar Ramji, Guru di Shri Aghoreshwar
La condizione Aghor è ottenuta da colui che trascende il quarto stato di coscienza, Turiya, oltre lo stato di veglia, lo stato di sogno e lo stato di sonno profondo senza sogni. Chi conquista questa condizione viene celebrato come Turiyatita, Avadhuta o Aghor. Ai suoi occhi nulla più è puro o impuro poiché trascendendo la dualità ha realizzato l’Unità Suprema. Egli diventa come un seme essiccato, incapace di generare karma.
L’Aghor sadhana è ritenuto dagli Aghori la via diretta per il quarto stato perché è perfetta (Siddha) ed eroica (Vira). Essa è Guruvani, trasmessa attraverso la parola da Maestro a discepolo, in un continuum immemorabile. L’Aghor sadhana è un compendio di pratiche che oggi sopravvive principalmente in India e zone limitrofe.
Baba Surya Dev Ramji – Sadhana in Girnar
Non avendo lasciato scritture o cronache è difficile ricostruire la genesi degli Aghori attraverso le sole citazioni degli osservatori o dei critici. Il loro passato è totalmente avvolto nel mistero e affidato alle pure supposizioni. Questi sadhu sconosciuti non avevano sedi e vagavano sui monti o nelle giungle, vivevano nei campi crematori, visitavano i luoghi sacri, portando alla popolazione il loro conforto e le loro conoscenze mediche, psicologiche e spirituali.
Shava Sadhana
Le ipotesi proposte riguardo le origini degli Aghori sono numerose. La più nota è che discendano dai Kapalika, una presunta scuola estinta. Alcuni ritengono che gli Aghori siano buddisti confluiti nell’induismo dopo la scomparsa della religione dal continente indiano. Nei racconti popolari erano una popolazione o tribù non vedica, probabilmente stanziata nella regione dei fiumi Narmada e Son. Per altri ancora gli Aghori potrebbero discendere da una arcaica linea spirituale ora scomparsa, forse localizzata nel cuore dell’antico regno di Magadha, terra di origine del moderno buddismo. E’ stata avanzata anche la possibilità di derivazione da scuole shivaite mentre qualcun altro suggerisce che Kapalika, Sarbhanga, Brahmanishta, Avadhuta, Abhyadhar, Aghor e altri nomi, usati in epoche e luoghi diversi, siano sinonimi. Gli indù considerano gli Aghori discendenti direttamente da Shiva. In uno studio effettuato a Kashi sulle organizzazioni di sadhus shivaiti, vishnuiti e delle altre fazioni minori, gli Aghori non vengono posti in nessuna di tali divisioni religiose.
Shiva – Shakti
L’unica letteratura originale degli Aghori comprende le opere lasciate da Baba Kina Ramji a cui si aggiungono i molti volumi pubblicati sotto la guida di Baba Aghoreshwar Bhagwan Ramji e poco altro.
Baba Shri Kina Ramji
Shri Aghoreshwar Bhagwan Ramji, riconosciuto come ultimo leader degli Aghori moderni, ha diverse volte detto nei suoi discorsi: “Aghor non è Shaiva, Vaishnava, Shakta o Tantra. Aghor è l’essenza di tutte le grandi tradizioni.” Riguardo i Kapalika in uno dei suoi scritti li descrive semplicemente con un aggettivo: Celestiali. Aghoreshwar è sinonimo di Kapaleshwar.
Kapalika, Kathmandhu – G. Tucci, 1952
Il primo Kapalika secondo la mitologia è lo stesso Shiva, nella terrifica forma di Bhairava. Narrano i Purana che Egli in un impeto d’ira troncò una delle teste di Brahma. Colpevole dell’abominevole crimine di brahmanicidio, fu condannato a vagabondare col teschio della sua vittima incollato alla mano e ad usarlo come ciotola per le elemosine e scodella per il cibo. Dopo dodici anni giunse a Kashi (Varanasi) ed il Kapal (teschio) si staccò spontaneamente dalla sua mano, cadendo nel luogo oggi conosciuto come Kapalamochana.
Aghor Ganesh
La menzioni più antiche dei Kapalika si trovano nelle Smriti (Yajnavalkya e Vishnu), redatte forse diversi secoli prima di Cristo. Compaiono anche negli scritti dei jainisti e dei buddisti. Questi ultimi verranno pesantemente influenzati dalle pratiche Kapalika da impregnarne il Mahayana e le diverse correnti tantriche. I protagonisti di alcune opere indiane del primo millennio, dipinti con tono a volte grottesco e a volte sinistro, portano nomi riconducibili ad asceti Aghori e Kapalika. Citati in diversi resoconti di viaggiatori e cronisti cinesi, arabi ed europei, pare che fino al medio evo fossero molto numerosi. Gli antichi osservatori rimarcarono che tra gli asceti itineranti molti portavano teschi (erano Kapalika).
Baba Kalu Ramji, Baba Kina Ramji, Baba Bija Ramji, Baba Ram Jivan Ramji
Krin Kund Sthal, Kashi
Una linea non contaminata sopravvisse alle invasioni, alle persecuzioni, alle distruzioni, all’assorbimento culturale e fiorì nella meravigliosa espressione elaborata a Kashi dallo straordinario Baba Kalu Ramji e dall’eccelso Baba Kina Ramji, iniziando ad essere nota come Aghor. Baba Kina Ramji divenne popolare per le leggendarie imprese della sua esistenza, per gli scontri con i raja e nawab dell’epoca in favore dei sadhu e dei poveri, per aver ravvivato la tradizione e promosso il dialogo tra le principali correnti Indù e tra le religioni ma sopratutto grazie alle opere in favore dei ceti sociali più deboli e alla loro difesa.
Mahasiddha Shri Dattatreya Yantra
Baba Kina Ramji, nel corso della sua lunga esistenza, ha visitato i luoghi legati alle famiglie del Girnar e dell’Himalaya ma è a Varanasi (Kashi), al Krin Kund Sthal, che Egli riceve la consacrazione finale all’Aghor sadhana ad opera del singolare Baba Kalu Ramji. Entrambi personaggi storici, sono gli anelli di congiunzione della moderna espressione Aghor alle antiche radici. Questa linea di sadhu erranti venne organizzata ed entrò nella società locale, portando un contributo importante in quei tempi di grande difficoltà.
Shri Dattatreya Gurudev
Il Patrono e Maestro ideale degli Aghori è Shri Dattatreya la cui residenza simbolica è situata sul monte Girnar. Tra il picco di Shri Dattatreya, con i Charan Paduka, le impronte dei piedi del Maestro e quello di Goraknath, con i suoi Karaon, i sandali di legno e la Dhuni, si erge spoglio, inospitale ed inaccessibile il picco degli Aghori, Aghori Shila, dedicato a Baba Kina Ramji. Tale essenzialità senza alcuna rappresentazione è forse simbolica dello stato Aghor?
Baba Kina Ram Aghori Shila, Girnar
Il legame ininterrotto con un remoto sapere interiore del genere umano, le pratiche ritenute apportatrici di incredibili poteri spirituali (Siddhi), la loro apparente inavvicinabilità ed isolamento, hanno contribuito a generare racconti e riferimenti il più delle volte fantastici. L’assenza di promozione attraverso i testi, il disinteresse alle dispute religiose, il rigetto dei tabù ortodossi e dei pregiudizi di casta, ha poi portato alla nascita di letteratura dubbia, spesso opera di denigratori, in cui comportamenti aberranti e disgustosi vengono ascritti agli Aghori. L’ignoranza, le credenze e le superstizioni popolari, le dicerie, i comportamenti imitativi recitati da personalità disturbate o scaltre, hanno plasmato nell’immaginario collettivo una figura stereotipata distorta, non confacente alla realtà.
Letture:
Shri Sarveshwari Samooh Italia I Segreti del Guru Aghor
Shri Sarveshwari Samooh Italia Aghoreshwar Il Compassionevole
Y. N. Chatturvedi Aughar Bhagwan Ram
Shri Sarveshwari Samooh Aghoreshwar Smrti Vachanamrit
Shri Sarveshwari Samooh Aghoreshwar Samvedan Sheel
Shri Sarveshwari Samooh Aghor Guru Guh
Shri Sarveshwari Samooh Aghor Ram Kina Katha
I. Cucoch Il divino e pratico messaggio di Aghoreshwar (1985)
I. Cucoch I discorsi di Baba Aghoreshwar (1996)
Akinchan Ram Aghor Vachan Shastra
K. K. Verma Aghor Tradition and an Aghor in India
H. Balfour Life History of an Aghor Fakir
H.W. Barrow On Aghoris and Aghoraphantis
D.N. Lorenzen The Kapalikas and Kalamukhas
S. Sinha e B. Saraswati Ascetics of Kashi